Tra verità e “leggenda nera”
Le due Macchine anatomiche sono tra le presenze più enigmatiche del complesso monumentale. Ancora oggi, a oltre duecentocinquanta anni di distanza, si dibatte sui procedimenti e i materiali grazie ai quali si è potuta ottenere una tanto eccezionale conservazione dell’apparato circolatorio. Alimentando la “leggenda nera” di Raimondo di Sangro, la Breve nota parlava di “iniezione”, ipotizzando che Salerno, sotto la direzione del principe, avesse inoculato nei vasi sanguigni di due corpi una sostanza che ne avrebbe procurato la “metallizzazione”.
Anche Benedetto Croce racconta che secondo la credenza popolare Raimondo di Sangro “fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, e imbalsamarne stranamente i corpi in modo che mostrassero nel loro interno tutti i visceri, le arterie e le vene”. In realtà, il sistema circolatorio è frutto di una ricostruzione effettuata con diversi materiali, tra cui la cera d’api e alcuni coloranti. Stupisce, ad ogni modo, la riproduzione del sistema arterovenoso fin nei vasi più sottili, che dimostra conoscenze anatomiche incredibilmente avanzate per l’epoca, tanto che un gruppo di ricercatori ha recentemente suggerito l’ipotesi che, ai fini della ricostruzione, siano stati precedentemente effettuati esperimenti iniettivi.