Le statue
Sincerità

Francesco Queirolo, 1754-55.

Come per altre opere presenti in Cappella, anche per la Sincerità l’ideazione fu del Corradini, che ne aveva realizzato un bozzetto, ma il gruppo marmoreo venne eseguito con gusto tutto personale dal Queirolo che, come attesta Giangiuseppe Origlia, “travagliava” su questo marmo nel 1754. La Virtù è dedicata alla moglie di Raimondo di Sangro, Carlotta Gaetani: poiché il monumento fu eretto quando Carlotta era ancora in vita, anche qui – come nella Soavità del giogo coniugale – il ritratto iscritto nel medaglione non è delineato.

dettaglio Sincerità

il gruppo scultoreo

Una donna di serena bellezza, avvolta in un rigido panneggio raccolto con grazia ed eleganza, regge nella mano sinistra un cuore e nella destra un caduceo, simboli l’uno di amore e carità, l’altro di pace e ragione. In basso si ammirano un carnoso putto di pregevole esecuzione – forse di Paolo Persico – e due colombe rappresentanti purezza, fedeltà coniugale, fertilità e, nel linguaggio alchemico, l’albedo della materia grezza, prima che si trasformi in pietra filosofale. La lapide, che esalta le qualità della nobildonna, fu composta da Raimondo di Sangro nel 1758.

dettaglio Sincerità
dettaglio Sincerità
dettaglio Sincerità

IL SIGNIFICATO DELL’OPERA

Il modello della Sincerità è – come per altre Virtù – quello canonizzato dalla Iconologia di Cesare Ripa (prima edizione: Roma 1593), ma sono evidenti alcune varianti, la più importante delle quali è la presenza del caduceo. Formato da una verga attorno a cui si attorcigliano due serpi, esso era nell’iconografia pagana attributo di Hermes/Mercurio, e in seguito poté ben rappresentare la scienza ermetica. In alchimia, il caduceo simboleggia la coincidentia oppositorum, ovvero l’unione degli opposti, lo zolfo e il mercurio. Al pari di altri tre gruppi marmorei, anche la Sincerità è caratterizzata dalla faccia di una piramide addossata al pilastro.

Quest’opera del Queirolo è un perfetto esempio della originalità con cui il progetto iconografico del principe di Sansevero interpreta i precetti iconologici fissati dalla tradizione. L’esaltazione della virtù di Carlotta Gaetani si arricchisce, grazie all’aggiunta di nuovi simboli, di altri significati e altre allusioni.

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